0039 0166/92150 hotelalcaminetto@libero.it

La stoRia

Cap. 1 La radio

Ogni storia ha un inizio e la nostra inizia da una radio.
Nonna, come hai iniziato a costruire l’albergo?
“Qualche annetto fa, era appena finita la guerra, a Valtournenche c’era la miseria e mio papà era rimasto prigioniero in Germania. Allora ho iniziato a lavorare (oltre che come contadina) per i primi alberghi che c’erano a Valtournenche. In seguito mi sono spostata a Cervinia dove c’era più turismo. Lì – dopo una stagione lavorativa – con i primi soldi che ero riuscita a guadagnare e che non erano serviti per la sopravvivenza della famiglia, ho comperato la radio. A quei tempi avere una radio era un bene prezioso che ti teneva in contatto con il mondo. Calcola che ai nostri tempi nel paese di Cretaz dove vivevo c’era un solo telefono e quando il nonno mi chiamava c’era il passaparola tra gli abitanti del villaggio e dal pascolo. Quando la voce arrivava a me, correvo al telefono.”

Cap. 2 il Nonno e la cuciNa

E tu nonno, come sei diventato cuoco?
“Sono nato in un piccolo paese nella campagna veneta sopra a Marostica, in una famiglia di sette fratelli. Eravamo contadini. Da giovanissimo per lavoro mi sono spostato a Cervinia dove ho cominciato come garzone nell’albergo più in alto e quando arrivavano i clienti dovevo caricarmi i bagagli in testa e farmi strada in mezzo a metri di neve fino all’albergo. Un giorno un cliente ha visto qualcosa in me e mi ha iscritto e pagato una scuola alberghiera a Bardonecchia. Lì ho trovato la mia strada, dalle coltivazioni di famiglia e gli animali del Veneto ai fornelli per essere chef. Appena finita la scuola sono partito in brigata in Inghilterra dove per stirarci la camicia la mettevamo sotto il materasso e da lì sono tornato a Cervinia dove ho conosciuto la nonna. Lì è iniziata tutta un’altra storia, che continua ancora.”

Cap. 3 il caMinetto

Nonni, perché il nostro albergo si chiama Al Caminetto?
“All’inizio volevamo chiamarlo Albergo Centrale, per la posizione in centro al paese, ma non ci convinceva. Il caminetto era bellissimo con una pietra enorme portata a fatica dal nonno insieme ad altri: per iniziare un cammino bisogna iniziare dalla prima pietra e senza fatica non si va lontano. Inoltre avevamo fatto fare anche una vetrata dai colori accesi con un fuoco che è un po’ come la nostra passione per questo lavoro. Da cameriera del personale del mio primo lavoro a cameriera ricercata e da garzone e facchino a chef: è stato un lungo cammino pieno di sacrifici, ma anche di soddisfazioni culminate con il diventare proprietari del nostro hotel. È bellissimo vedere che vengono ancora dei nostri ospiti che hanno fatto insieme a noi la nostra storia, la storia della nostra famiglia.”

Cap. 4 la Storia coNtinua...

Mamma, quando hai incominciato?
“Io sono nata in albergo e sin da piccolina l’albergo è stato la mia vita. Ho sempre avuto una grande passione per questo lavoro, che poi quando ti piace e ci metti tutto te stesso smette di essere un lavoro e diventa uno stile di vita e riesci a superare le tante difficoltà che incontri. Quando i nonni hanno deciso di lasciarmi l’albergo avevi due anni e c’era bisogno di ammodernarlo, così con papà l’abbiamo ristrutturato interamente.
In seguito dopo qualche anno papà ha ripreso a fare il maestro di sci a tempo pieno e insieme a Massimo abbiamo proseguito per tanti anni finché sei arrivato tu.”

 

Cap. 5

E ora?
“Ora siamo un po’ come un albergo senza “g”: siamo un albero. I nonni sono le radici che ci hanno fatto nascere, costruendo la piantina e avendone massima cura durante la sua crescita. Mia mamma ha preso in carico la piantina mettendoci tutta la sua vita, ne è diventata il tronco portante, la vera anima del nostro albero. Mio zio ha aggiunto i rami che si sono riempiti di verdi bellissime foglie ed io ora mi sono preso in carico i rami e cerco di mantenerli forti e rigogliosi. Mio papà e Dani sono l’acqua e il sole, elementi fondamentali per farci crescere in maniera sana e forte così da far risplendere di luce le nostre foglie che siete voi tutti: ospiti e amici che in questi 50 anni ci avete accompagnato, sostenuto e regalato emozioni e storie di una vita, la vita del nostro albero, del nostro Caminetto.”

Io, mamma, papà e Dani

La stoRia

Cap. 1 La radio

Ogni storia ha un inizio e la nostra inizia da una radio.
Nonna, come hai iniziato a costruire l’albergo?
“Qualche annetto fa, era appena finita la guerra, a Valtournenche c’era la miseria e mio papà era rimasto prigioniero in Germania. Allora ho iniziato a lavorare (oltre che come contadina) per i primi alberghi che c’erano a Valtournenche. In seguito mi sono spostata a Cervinia dove c’era più turismo. Lì – dopo una stagione lavorativa – con i primi soldi che ero riuscita a guadagnare e che non erano serviti per la sopravvivenza della famiglia, ho comperato la radio. A quei tempi avere una radio era un bene prezioso che ti teneva in contatto con il mondo. Calcola che ai nostri tempi nel paese di Cretaz dove vivevo c’era un solo telefono e quando il nonno mi chiamava c’era il passaparola tra gli abitanti del villaggio e dal pascolo. Quando la voce arrivava a me, correvo al telefono.”

Cap. 2 il Nonno e la cuciNa

E tu nonno, come sei diventato cuoco?
“Sono nato in un piccolo paese nella campagna Veneta sopra a Marostica, in una famiglia di sette fratelli. Eravamo contadini. Da giovanissimo per lavoro mi sono spostato a Cervinia dove ho cominciato come garzone nell’albergo più in alto e quando arrivavano i clienti dovevo caricarmi i bagagli in testa e farmi strada in mezzo a metri di neve fino all’albergo. Un giorno un cliente ha visto qualcosa in me e mi ha iscritto e pagato una scuola alberghiera a Bardonecchia. Lì ho trovato la mia strada, dalle coltivazioni di famiglia e gli animali del Veneto ai fornelli per essere chef. Appena finita la scuola sono partito in brigata in Inghilterra dove per stirarci la camicia la mettevamo sotto il materasso e da lì sono tornato a Cervinia dove ho conosciuto la nonna. Lì è iniziata tutta un’altra storia, che continua ancora.”

Cap. 3 il caMinetto

Nonni, perché il nostro albergo si chiama Al Caminetto?
“All’inizio volevamo chiamarlo Albergo Centrale, per la posizione in centro al paese, ma non ci convinceva. Il caminetto era bellissimo con una pietra enorme portata a fatica dal nonno insieme ad altri: per iniziare un cammino bisogna iniziare dalla prima pietra e senza fatica non si va lontano. Inoltre avevamo fatto fare anche una vetrata dai colori accesi con un fuoco che è un po’ come la nostra passione per questo lavoro. Da cameriera del personale del mio primo lavoro a cameriera ricercata e da garzone e facchino a chef: è stato un lungo cammino pieno di sacrifici, ma anche di soddisfazioni culminate con il diventare proprietari del nostro hotel. È bellissimo vedere che vengono ancora dei nostri ospiti che hanno fatto insieme a noi la nostra storia, la storia della nostra famiglia.”

Cap. 4 la Storia coNtinua...

Mamma, quando hai incominciato?
“Io sono nata in albergo e sin da piccolina l’albergo è stato la mia vita. Ho sempre avuto una grande passione per questo lavoro, che poi quando ti piace e ci metti tutto te stesso smette di essere un lavoro e diventa uno stile di vita e riesci a superare le tante difficoltà che incontri. Quando i nonni hanno deciso di lasciarmi l’albergo avevi due anni e c’era bisogno di ammodernarlo, così con papà l’abbiamo ristrutturato interamente.
In seguito dopo qualche anno papà ha ripreso a fare il maestro di sci a tempo pieno e insieme a Massimo abbiamo proseguito per tanti anni finché sei arrivato tu.”

 

Cap. 5

E ora?
“Ora siamo un po’ come un albergo senza “g”: siamo un albero. I nonni sono le radici che ci hanno fatto nascere, costruendo la piantina e avendone massima cura durante la sua crescita. Mia mamma ha preso in carico la piantina mettendoci tutta la sua vita, ne è diventata il tronco portante, la vera anima del nostro albero. Mio zio ha aggiunto i rami che si sono riempiti di verdi bellissime foglie ed io ora mi sono preso in carico i rami e cerco di mantenerli forti e rigogliosi. Mio papà e Dani sono l’acqua e il sole, elementi fondamentali per farci crescere in maniera sana e forte così da far risplendere di luce le nostre foglie che siete voi tutti: ospiti e amici che in questi 50 anni ci avete accompagnato, sostenuto e regalato emozioni e storie di una vita, la vita del nostro albero, del nostro Caminetto.”

Io, mamma, papà e Dani